mercoledì 5 febbraio 2020

I vantaggi del non esistere


Qualcuno si domanda ancora se Dio esista o non esista. Non ha capito che l’attributo dell’esistenza o dell’inesistenza non si addice all’Assoluto. L’esistenza non è qualcosa di positivo, così come la non esistenza non è qualcosa di negativo. Il nulla è tutto e il tutto è nulla. L’Assoluto è al di là di queste distinzioni che appartengono semplicemente alla nostra mente e al nostro linguaggio. L’argomento ontologico di sant’Anselmo (un ente perfetto non può mancare dell’attributo dell’esistenza) è dunque destituito di ogni fondamento: è tipico di una mente che ritiene che esistere sia meglio di non esistere. Sciocchezze: Dio è al di sopra anche dell’essere o del non essere. Non ha nessun desiderio, tanto meno quello di essere.
Anche tu, nel momento in cui conoscessi il vero Sé, non avresti più nessuna preferenza, e quindi nessun problema. Perché saresti al di là del bene e del male, del guadagno e della perdita, della felicità e dell’infelicità, della nascita e della morte, dell’essere e del non essere. Lascia queste cose ai mediocri, a coloro che passano la loro vita nel buio dei cinema e vedono la vita come un film.
Non ti identificare né con questo corpo né con questa mente e neppure con questa coscienza: è tutto un prodotto della tua immaginazione e della materia che produce ogni genere di forme. Se vuoi liberarti di ogni preoccupazione, smetti di cercare un’identità. Le identità sono rivestimenti temporanei, gabbie di contenimento.
Sei come su un’isoletta che sporge in mezzo al mare: durerà al massimo cento anni, ma poi sarà re-inghiottita dal mare. La tua identità è solo un’opinione che, oltretutto, cambia di continuo. Credi di essere un “io sono” che ha paura di sparire nel nulla. In realtà l’ “io sono” non può che avere paura. E, quando questo io se ne va, lo chiami morte. Ma in realtà è la liberazione da un complesso di limiti, fissazioni, paure e desideri.
Quando l’acqua calda diventa fredda, non diciamo che è morta. Ma l’acqua è sempre la stessa. Se hai la coscienza di esistere, incomincia il tuo tormento. Se la perdi, sparisce ogni problema, non hai più nessuna preoccupazione, sei finalmente a posto.
Non sei ciò che pensi di essere, ma ciò che non puoi pensare né conoscere. Cento o duecento anni fa tu non esistevi. Ma stavi forse male? È ora, con tutto il peso della tua identità, che stai male e tremi dal terrore di perderla.
Che cosa devi fare? Convinciti di tutto questo.

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