Non tutte le malattie
sono diagnosticate e non tutte sono curabili. Ne esiste una in particolare che
non troverete nei nostri manuali e di cui soffriamo tutti: la malattia di stare
al mondo.
Eppure ne soffriamo tutti.
Se per esempio sporcate di sangue la
faccia di una madonnina che avete nel giardino, il giorno dopo arriveranno torpedoni
di folle che chiedono grazie e cercano il miracolo. Come mai la gente è così
malata e ha bisogno dei miracoli? Evidentemente nessuno è esente dal dolore,
fisico o mentale.
In realtà stiamo
tutti male, chi più chi meno.
Venire al mondo non è
una grande gioia e i neonati si mettono subito a piangere e continueranno a
farlo per mesi. Come mai non sono così felici? Forse stavano meglio prima –
prima di nascere, quando non avevano coscienza di nulla. Ma perché allora
portare in questo mondo nuovi individui che non l’hanno chiesto e che non
sentivano nessun bisogno di “venire alla luce”? La risposta la sappiamo. Chi ha
organizzato questo immenso meccanismo ha inserito un potente impulso alla
riproduzione.
Dal momento della
nascita, però, incominciano le sofferenze, alcune fisiche (per le innumerevoli malattie)
ed altre mentali. Ma la malattia di vivere è sia l’una che l’altra. Nietzsche
diceva “l’uomo è l’animale malato” ed è verissimo. È malato perché ha una
coscienza, che è sempre infelice, che lo spacca in due, che non gli dice che
cosa fare nelle varie circostanze, e anzi gli assicura che comunque alla fine
invecchierà e morirà.
Anche se si nasconde nella
caverna di una montagna, anche se è ricco, anche se non fa niente di male, il male
si abbatterà su di lui.
Questo è il male di
vivere, alla base di tante altre malattie. Questo è il male che non può essere
curato. Se non… non nascendo.
C’è un’unica
consolazione: che alla fine questa carcassa di ossa e di carne, sede della
coscienza, sparirà per sempre. E torneremo alla nostra vera identità: quella
del vuoto.
Qualcuno, però,
continua a ipotizzare nuove vite e nuovi mondi, come se fossero tutti paradisi
in cui staremo finalmente meglio e non avremo bisogno di medici e di medicine.
E gli inferni?
Non hanno ancora
imparato la lezione – che dove c’è vita, c’è sofferenza. Sono talmente pieni di
desideri che sono anche capaci di rinascere.
L’illusione non
finisce mai.
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