venerdì 21 febbraio 2020

La malattia dell'essere


Non tutte le malattie sono diagnosticate e non tutte sono curabili. Ne esiste una in particolare che non troverete nei nostri manuali e di cui soffriamo tutti: la malattia di stare al mondo.
       Eppure ne soffriamo tutti.
       Se per esempio sporcate di sangue la faccia di una madonnina che avete nel giardino, il giorno dopo arriveranno torpedoni di folle che chiedono grazie e cercano il miracolo. Come mai la gente è così malata e ha bisogno dei miracoli? Evidentemente nessuno è esente dal dolore, fisico o mentale.
In realtà stiamo tutti male, chi più chi meno.
Venire al mondo non è una grande gioia e i neonati si mettono subito a piangere e continueranno a farlo per mesi. Come mai non sono così felici? Forse stavano meglio prima – prima di nascere, quando non avevano coscienza di nulla. Ma perché allora portare in questo mondo nuovi individui che non l’hanno chiesto e che non sentivano nessun bisogno di “venire alla luce”? La risposta la sappiamo. Chi ha organizzato questo immenso meccanismo ha inserito un potente impulso alla riproduzione.
Dal momento della nascita, però, incominciano le sofferenze, alcune fisiche (per le innumerevoli malattie) ed altre mentali. Ma la malattia di vivere è sia l’una che l’altra. Nietzsche diceva “l’uomo è l’animale malato” ed è verissimo. È malato perché ha una coscienza, che è sempre infelice, che lo spacca in due, che non gli dice che cosa fare nelle varie circostanze, e anzi gli assicura che comunque alla fine invecchierà e morirà.
Anche se si nasconde nella caverna di una montagna, anche se è ricco, anche se non fa niente di male, il male si abbatterà su di lui.
Questo è il male di vivere, alla base di tante altre malattie. Questo è il male che non può essere curato. Se non… non nascendo.
C’è un’unica consolazione: che alla fine questa carcassa di ossa e di carne, sede della coscienza, sparirà per sempre. E torneremo alla nostra vera identità: quella del vuoto.
Qualcuno, però, continua a ipotizzare nuove vite e nuovi mondi, come se fossero tutti paradisi in cui staremo finalmente meglio e non avremo bisogno di medici e di medicine. E gli inferni?
Non hanno ancora imparato la lezione – che dove c’è vita, c’è sofferenza. Sono talmente pieni di desideri che sono anche capaci di rinascere.
L’illusione non finisce mai.



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