Se il male fosse l’inevitabile conseguenza dell’essere e del
creare, allora esisterebbe un principio cosmico che nemmeno Dio può infrangere.
Si potrebbe tutt’al più lavorare all’interno di questo principio per diminuire
la sofferenza, ma niente di più.
Allora, sarebbe giusto chiedersi se ne valesse la pena.
Forse, però, questo ragionamento nasce dalla nostra stessa
mente che, per conoscere, divide e contrappone. Non ci rendiamo conto che la
distinzione fra Dio esterno e Dio interno è una nostra proiezione e che noi
stessi siamo quel Dio che accusiamo. Un Dio che ha dimenticato se stesso e
crede di essere l’oggetto della sua stessa creazione.
Illuminarsi è capire ciò.
Noi stessi siamo il Dio che ha creato la distinzione fra
bene e male, nonché l’idea di essere individui separati. Ma ce ne siamo
dimenticati.
Siamo come il leoncino che, allevato in un gregge di pecore,
crede di essere esso stesso una pecora. Finché un bel giorno, incontrando un
vero leone e specchiandosi, si rende conto della sua vera natura.
“Tu sei dio, e non lo sai.”
Non cercare Padroni celesti: il tuo stesso cercare ti fa
dividere in due e alienare. Tu sei colui che cerca - e colui che è cercato.
Devi comprenderlo per rifondarti.
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