Ritirati in un bosco, ai
piedi di un albero, in un luogo solitario; lì siediti con le gambe incrociate,
il corpo eretto e fissa l’attenzione davanti a te.
Buddha
Raccogliti nel
folto di un bosco, dove non c’è traccia del mondo umano. Puoi contemplare i
cespugli, gli alberi, le foglie, gli insetti; puoi metterti all’ascolto dei
suoni del bosco: un fruscio, uno scricchiolio, il canto di un uccello…
Sei solo, circondato dalla natura. Sotto
di te, la terra fertile; sopra, il cielo che intravedi appena. Intorno, mille
esseri, mille presenze.
Sei un uomo senza tempo, circondato da
forze che percepisci ma che non puoi controllare. Il bosco ti incute un senso
di paura: potresti essere assalito e nessuno potrebbe aiutarti.
Tutti i sensi sono all’erta, devi essere
vigile come un animale che si gioca a ogni istante la vita, predatore o
predato. Sei consapevole di essere lì. Aguzza la vista, tendi l’orecchio. Sei
più vivo che mai.
Tutti proveniamo da un bosco del genere,
tutti l’abbiamo alle spalle e davanti a noi, tutti abbiamo dentro una “selva
oscura”.
Chi medita solitario nella
foresta, costui è per me un uomo nobile.
Dhammapada
Per orizzontarti, devi accendere la tua
stessa luce.
In quell’attimo di grande attenzione, fai
convergere la consapevolezza su te stesso. Realizza la tua presenza, il fatto
di essere lì in quel momento. Intensifica la percezione fino al limite estremo
– fino al fondo di te stesso.
Sedendo solo,
dormendo solo, errando solo senza provare fatica, dominando se stesso, l’asceta
è felice nella foresta.
Dhammapada
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