Anche
il buddhismo ha le sue contraddizioni: da una parte afferma che non esiste
nessun sé immortale, capace di sopravvivere alla morte, e dall’altra sostiene
che comunque esiste qualcosa che si trasmette da una vita all’altra. Il
problema è che accoglie senza sottoporre a critica il principio della
reincarnazione, così come il suo grande avversario: l’induismo.
Per l’induismo, è facile affermare che
esiste un sé immortale, che si trasferisce da un’esistenza all’altra, dato che
sostiene da sempre che esiste un’anima (atman)
immortale, che è parte del divino stesso (brahman).
Le religioni indiane accettano senza
discuterlo il principio della rinascita, che non è poi tanto diverso dalla fede
nella sopravvivenza dell’anima delle religioni occidentali. D’altronde molti
cristiani credevano e credono al principio della reincarnazione.
Se infatti ammettiamo che la rinascita
possa avvenire non solo sulla Terra, ma anche in altre dimensioni, eccoci
approdare ai nostri paradisi, purgatori e inferni. Ed ecco anche una
spiegazione del male che colpisce il bambino o l’innocente.
L’uomo in sostanza non vuole finire nel
nulla, ma spera che qualcosa di lui possa sopravvivere alla morte. È un’esigenza
umana. Più difficile accettare l’estinzione postulata dal Buddha.
In teoria, le contraddizioni del
buddhismo potrebbero essere risolte e le sue idee potrebbero essere conciliate
con le altre religioni sostenendo una visione evoluzionistica, in cui l’anima
continua a vivere sotto altre forme, finché non realizza che anche tutte queste
forme non sono definitive e che il punto d’arrivo è davvero lo scioglimento
dell’ego stesso.
Questo per venire incontro al bisogno
di una coscienza che, dopo esseri aperta, non intende retrocedere e pretende di
continuare ad evolversi sotto altre forme… almeno fino a un certo punto.
In realtà esistono già idee di un “corpo
sottile” o di un “corpo astrale” (materia oscura?) capace di sopravvivere alla morte del corpo
fisico. Sarebbe un corpo energetico, non più limitato dalla materia, ma capace
di ottenere istantaneamente ciò che pensa o di andare laddove desidera.
Sembra il sogno di tutti. Ma anche qui
c’è un pericolo. Non più limitato dalla materia, il corpo energetico, che non
fosse allenato all’autocontrollo e purificato, potrebbe in un istante di
debolezza o di immaginazione negativa finire in situazioni infernali. Insomma,
l’agognata “pace eterna” forse è più difficile e pericolosa di quanto non si
creda.
Gentile Lamparelli,
RispondiEliminami sembra di capire che anche nel buddhismo, al pari delle religioni ufficiali, non manca l'oppio da dispensare alle folle... L'ego, travestendosi da appassionato e onesto ricercatore spirituale,, aggiunge sempre più contenuti mentali e materiali, pur di perpetuarsi. Grazie...
Proprio così. L'ego non vuol proprio morire. E cerca di persistere in ogni forma possibile.
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