Benché oggi la meditazione sia praticata con l’intenzione di
stare meglio e di favorire il benessere, la sua motivazione originale era ed è
diversa. È la liberazione da quella complessa “malattia” che è la vita stessa e
l’individuazione in un io.
Quando il Buddha, dopo l’illuminazione, incontrò un gruppo
di yogin, questi si accorsero che aveva una luce diversa negli occhi e che
sembrava straordinariamente calmo, rilassato ed empatico. La loro impressione
fu tale che gli domandarono se fosse un dio. E lui rispose: “No, mi sono
risvegliato”.
Voleva dire che aveva capito il senso della vita, con i suoi
pregi e i suoi difetti, e che non era più il solito uomo condizionato da
millenni di “cultura” e di ignoranza, e che aveva assunto una propria autonomia
di giudizio e che non si faceva trascinare dalle opinioni comuni o dai
tentativi di raggiramento degli uomini di potere.
Si era risvegliato dal sonno millenario della mente. Non
vedeva più il mondo, la vita, gli uomini e se stesso come prima. Non reagiva
più come un tempo. Era più attento e sollecito. Si era liberato dai tanti
attaccamenti psicologici e sociali.
Di conseguenza, stava meglio anche fisicamente, aveva meno ansia e
meno angoscia, dormiva meglio, aveva un miglior rapporto con il proprio sé più
profondo, non si preoccupava e occupava di tante cose inutili, era più
concentrato, si era liberato da quell’egocentrismo che fa sragionare gli
uomini, reagiva con più calma alle provocazioni, ai tentativi di indottrinamento
sia dei religiosi sia degli uomini ordinari, resisteva meglio allo stress della
vita ed era più libero dai pregiudizi, dalle convenzioni e dai luoghi comuni.
In breve, era un uomo più consapevole, più libero e più “sano” in tutti i
sensi.
Questi stessi obiettivi possono essere raggiunti da tutti,
in misura maggiore o minore, solo che si riesca a staccarsi per un po’ e
quotidianamente dagli affanni e dai ruoli sociali, dai legami affettivi, dalle
ambizioni comuni e dalle tortuosità della mente e si riesca a stare soli e
tranquilli, facendo il vuoto mentale e “guardando” semplicemente gli altri, il
mondo e se stessi senza tante categorie e schemi condizionanti.
L'illuminazione, come indica la parola stessa, è un vedere con chiarezza che ci risveglia dal sonno delle abitudini.
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