venerdì 27 luglio 2018

Il lavoro su di sé


Come nasciamo e nei primi anni di vita, siamo totalmente condizionati: siamo dominati dagli istinti, dai genitori e dalla società. Siamo come i piccoli degli animali.
Il nostro compito è decondizionarci, liberarci… per essere noi stessi.
Tutto ciò non è un invito alla rinuncia (parola negativa), ma alla creazione – anzi alla ricreazione – di noi stessi.
Il sé non è qualcosa che ci venga dato già tutto formato, ma è qualcosa che prendiamo in consegna e che dobbiamo trasformare a poco a poco, prima attraverso un lavoro di spoliazione e poi di ricostruzione. Prima il distacco e l’osservazione di sé e poi l’impegno fattivo.
È come un legno grezzo che debba essere lavorato.
È come se ci venisse dato un progetto, che spetta a noi realizzare. Questo è il compito della vita.
Se non svolgiamo questo lavoro, rimaniamo piccoli animali, non realizzati. Un’occasione mancata.
Il lavoro su di sé, infatti, è rivolto alla fioritura di sé, alla presa in consegna e alla formazione del nostro essere.
E l'ultima realizzazione è che questo sé dovrà essere trasceso, diventando sempre più saggio, impersonale, universale.

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