Bisogna ammetterlo a malincuore: la
maggior parte degli uomini non ama la libertà, non sa che farsene, anzi la
teme. Preferisce il noto, il consolidato, la tradizione, la consuetudine,
l’abitudine, l’identità convenzionale e sociale… tutti limiti, confini, magari
arbitrari, ma rassicuranti.
A livello religioso, ciò significa
aderire alle religioni tradizionali, che magari sono infondate, ma danno regole
e linee di pensiero e di comportamento che non richiedono sforzi né
interpretazioni personali, che non fanno sentire isolati e che non permettono
dubbi né critiche.
A livello politico, ciò significa
preferire la nazione, la separazione, l’etnia e quindi i partiti che vorrebbero
isolare un popolo dall’altro e che accentuano le differenze e le
contrapposizioni… dunque ancora limiti e confini.
Infine, a livello spirituale, ciò
significa credere che ogni ego sia isolato e che esista un Dio esterno che crea
e giudica, un Padre-Padrone che impone le sue leggi… totalmente altro.
In tutti i casi, ciò significa
avversare l’innovazione, la creatività, l’apertura, la coscienza personale, l’allargamento
dei limiti e dei confini.
E, poiché la storia si evolve in base a
leggi di azione e reazione, oggi, dopo un periodo di relativa tendenza alla
globalizzazione e all’unificazione dei popoli, siamo di nuovo in una fase
reazionaria, a tutti i livelli indicati.
Nessun commento:
Posta un commento