sabato 1 aprile 2017

I neuroni della calma

Finalmente, con un ritardo di migliaia di anni (rispetto ai saggi dei Veda, dello yoga e della meditazione), la scienza ha scoperto che il ritmo del respiro influenza molte funzioni superiori del cervello ed ha individuato la “centralina” responsabile: una zona del tronco encefalico, composta da centinaia di neuroni e nota come complesso pre-Bötzinger. Un gruppo di ricercatori americani scrive su Science che la velocità e la profondità delle ispirazioni influenzano emozioni, attenzione, eccitazione e stress.
In sostanza si conferma ciò che già sappiamo: la calma rallenta il respiro e l’agitazione lo accelera. Quindi, respirare piano calma la mente, mentre respirare velocemente crea paura, ansia, stress, ecc. Questo è uno degli assiomi delle tecniche di meditazione e di rilassamento.
Si è condotto un esperimento su un gruppo di topolini. Disattivando la “centralina” del respiro, si è visto che i topolini tendevano a respirare più lentamente, avevano periodi di calma più lunghi, perdevano la voglia di esplorare ambienti nuovi e passavano più tempo a socializzare. [Da Elena Dusi, la Repubblica, 31 marzo 2017].

Abbiamo dunque la formula fondamentale per indurre calma e combattere ansia, paura e stress: rallentare, allargare e approfondire la respirazione. Ma con un’avvertenza: in situazioni di reale pericolo, l’accelerazione del respiro ha lo scopo di metterci in allerta. Ci sono insomma momenti in cui è bene sviluppare rilassamento, calma e stati meditativi, e ci sono momenti di emergenza e di pericolo, in cui bisogna lasciar fare alla natura.

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