lunedì 24 aprile 2017

La difficile condizione umana

La condizione umana è caratterizzata da un limitato stato di consapevolezza, nel senso che non sappiamo né chi siamo né da dove veniamo né dove andremo. Sappiamo soltanto che siamo vivi, ma non sappiamo che cosa questo significhi. È l’identità vera che ci sfugge. Viviamo in uno stato di alienazione.
È logico dunque pensare che il nostro primo compito sia realizzare uno stato di piena consapevolezza. È un po’ come vivere in uno stato di sogno. Qui viviamo in un qualche modo, abbiamo esperienze confusissime, siamo coscienti con grandi difficoltà e senza continuità e, soprattutto, non sappiamo di stare sognando. Ma, talvolta, riusciamo ad essere consapevoli: arriviamo ad essere consapevoli di stare sognando – e in quel momento ci svegliamo.
Anche nello stato di veglia arriviamo talvolta e per brevi istanti ad essere consapevoli della nostra identità ultima e quindi abbiamo brevi risvegli.
Ma se essere consapevoli nello stato di sogno e nello stato di veglia è già molto difficile, è ancora più difficile essere consapevoli nello stato di morte. Qui non sappiamo di essere morti, così come prima non sapevamo di star sognando e non sapevamo chi eravamo.

Resta comunque il fatto che lo scopo della meditazione è essere sempre  - e sempre più - consapevoli nel sogno, nella vita e nella morte. E tutto il nostro addestramento e il nostro sforzo tendono ad un simile conseguimento. Che può essere realizzato a vari livelli e con diverse intensità, in base alle nostre stesse capacità.

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