Il problema della conoscenza, della
rivelazione e dell’illuminazione si riduce a cercare di essere consapevoli in condizioni
di oscurità, di confusione e di stordimento.
Secondo il Libro tibetano dei morti, dopo la morte, ci troveremo in uno stato
di confusione, di smarrimento, di incertezza e di paura. Ci appariranno varie
immagini e luci, varie divinità cui abbiamo creduto (alcune protettive ed altre
irate), ascolteremo rumori (alcuni spaventosi ed altri melodiosi), non sapremo
né cosa fare né dove andare; non saremo neppure coscienti di essere morti. Da
una parte vorremmo uscire da questo stato, ma dall’altra non sapremo come
farlo.
Dobbiamo allora ricordarci che tutte queste
impressioni sono in realtà prodotte dalla mente e dovremo ritrovare la calma e
la concentrazione, e seguire non le luci e le forme ingannevoli, ma la luce
bianca che l’espressione della nostra stessa consapevolezza. Dovremo fare uno
sforzo per capire che siamo morti e che ora decideremo quale sarà il nostro
destino futuro.
Se non lo saremo, se non saremo abbastanza
lucidi e presenti, saremo di nuovo attirati dalla Terra e rientreremo in un
utero e nel solito ciclo nascita-morte.
In fondo questo stato di confusione non
è tanto diverso da quello dei sogni e dello stato di veglia. Si tratta di livelli
diversi di confusione, di oscuramento, di ignoranza e di mancanza di lucidità.
Anche adesso noi non sappiamo né chi siamo né che cosa facciamo né dove andiamo.
Non conosciamo né noi stessi né gli altri. Vaghiamo confusi, dominati da
potenti impulsi di cui non siamo coscienti, e non siamo padroni di noi stessi
se non in piccola misura.
Dunque tutto dipende dalle capacità
mentali del singolo, da quanto ha lavorato nella vita, da quanto ha capito, da
quanto è stato presente, da quanto ha sviluppato le facoltà mentali e,
soprattutto, da quanto ha sviluppato il potere di essere consapevole.
Ecco a che cosa serve l’esperienza di
questa esistenza. Non a vivere casualmente e inconsapevolmente. È in gioco il
nostro futuro nell’evoluzione cosmica.
Da vivi o da morti, siamo confusi e l’addestramento
alla meditazione è uno sforzo ad essere lucidi in un mondo di oscurità.
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