La
meditazione potrebbe essere definita un’operazione mentale (o un insieme di
operazioni mentali) che chiamiamo in vari modi (risveglio, bodhi, satori,
samadhi, illuminazione, ecc.) e che si riferiscono ad un’apertura o o ad un ampliamento
della mente abituale, della piccola mente ristretta, con cui lavoriamo
abitualmente. Bisogna sapere che esiste una mente molto più vasta, cui si può
giungere con una serie di esercizi o di addestramenti esclusivamente mentali.
Si
ottiene questa mente più grande, questa apertura,
questo super-io (da non confondere
con quello della psicoanalisi), quando ci si dis-identifica dal piccolo ego della
carta d’identità e dei ruoli che
abbiamo svolto tutta la vita. Al di là dei ruoli, al di là delle connotazioni
psicologiche, sociali e culturali. E quando si assume il più grande Sé, la
mente superiore, l’Io dilatato, oltre tutti i contrari del pensiero.
Possiamo
sfruttare certi momenti della giornata. Per esempio quando ci si risveglia e si
ha (se si ha) una mente più limpida, più chiara, più spaziosa.
Ci
si può aiutare con la domanda “chi sono io?”, ovvero chi è il soggetto ultimo
della mia consapevolezza?
È
un po’ come pulire un vetro sporco e appannato, e vedere molto più chiaro.
Al
di là degli opposti, con cui opera la mente abituale, “al di là del bene e del
male”, ossia della visione convenzionale delle cose.
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