Ci sono filosofie, come
quella di Aristotele, che danno più importanza alla forza dell’individuo che a
quella della società. E ci sono filosofie, come quella di Confucio, che danno
più valore alla società che all’individuo. Nessuna di queste ha una via o un
metodo pratico per migliorare individuo e/o società. Tutt’al più hanno un
etica.
Poi
ci sono religioni, come il cristianesimo e l’islam, che mentre esaltano il
valore dell’individuo, lo sottomettono all’approvazione e al giudizio di un’Autorità
suprema. La via indicata, dunque, è la sottomissione e l’ubbidienza ai voleri
di questa Autorità.
Infine
c’è il buddhismo che dà più valore ad una via di mezzo. Da una parte afferma
che l’individuo è condizionato e interdipendente , ma dall’altra sostiene che egli
ha le possibilità di diventare forte e sicuro e di cercare il proprio vero sé,
spogliandosi delle sovrastrutture sociali. La sua via è concreta, è un metodo
tutto affidato al singolo, che può illuminarsi da solo, senza ricorrere a
divinità. Non a caso, le ultime parole del Buddha furono: “Dedicatevi con
impegno alla vostra salvezza”.
Resta
il fatto che, come scrisse Toynbee, il degrado della società non dipende da
oscure forze esterne, ma dalla “perdita dell’equilibrio mentale e morale” dei
singoli.
La
via della meditazione propone la ricerca del sé più grande, capace di
oltrepassare il piccolo io meschino ed egocentrico.
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