Il Buddha diceva di aver percepito
nell’uomo una specie di freccia nel cuore, una freccia invincibile. Si riferiva
alla tendenza a dividere e a dividersi, a creare piccoli gruppi sociali,
tribali, etnici, razziali, culturali, politici, nazionali, familiari e
religiosi. Ci sta dentro questi gruppi si riconosce distinto dagli altri, che
diventano gli avversari o i nemici.
Questo principio della distinzione è
il principio della rivalità, del privilegio e dell’odio verso il diversi. È l’ “io” che si distingue dal “tu”,
il “noi” da “voi”.
Il suo opposto è il principio dell’unità
e della comunanza, la capacità di vedere che, come si esprime sempre il Buddha,
tutti i mari hanno “lo stesso sapore”.
E questo è appunto il compito di una
mente che cerca l’illuminazione o, per lo meno, l’allargamento – la comprensione.
Ciò che può unire gli uomini è la
percezione della propria universalità
interiore.
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