Leggendo
certi libri sul buddhismo o su altre religioni, sembra che lo scopo sia quello
di vivere una vita di perfetta moralità, dopodiché accederemo automaticamente
all’illuminazione-redenzione. Quando mai? Potete essere gli individui più buoni
del mondo, ma non per questo raggiungerete l’illuminazione.
In virtù
di quale meccanismo, colui che è perfettamente buono e non fa mai del male (cosa
impossibile) raggiungerebbe una visione profonda delle cose? Ci dovrebbe essere
o una legge della reincarnazione o un Dio etico. Ma nemmeno questo basterebbe.
Un conto
è essere buoni e un altro conto è essere intelligenti. Le due cose non sono
affatto collegate. In fondo un idiota non può fare del male volontariamente, ma
non per questo diventa intelligente.
Per
veder chiaro, non basta esser buoni. Semmai è il contrario: chi vede chiaro non
può far del male. Viceversa, chi è solo buono può essere anche uno stupido.
Il
nostro compito è vedere, scoprire e svelare – e cambiare ciò che non va. E qui
non basta più la moralità.
Ci vuole
la chiarezza, l’acutezza, la concentrazione, la comprensione, l’apertura e l’ampliamento
della mente. Altrimenti resteremo più o meno prigionieri e vittime dell’ignoranza/stupidità
che domina il mondo.
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