Siamo sempre lì: o viviamo nel mondo
del condizionato, del relativo, delle distinzioni, delle differenze, dell’odio,
dell’ego e della piccola mente antinomica, o assumiamo il punto di vista unitario
e universalistico, in cui la logica non è più la stessa. Perché non ci sono più
né le distinzioni né i contrari artificiali.
Dunque, nel meditare, non stringere o
costringere nei significati, ma tenere aperta la mente, in modo che possa comprendere, allargandosi.
Meditare non come pensare a qualcosa,
ma come disporre la mente di fronte
alla realtà.
Sempre interessante questo blog.
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