Di solito si pensa che, in
meditazione, le emozioni forti siano i nostri nemici, dato che farci
trasportare dalle emozioni (rabbia, odio, invidia, agitazione, ecc.) provoca turbamento
e l’impossibilità di concentrarsi e di raggiungere uno stato di calma.
Questo è vero entro certi limiti. Non
dobbiamo infatti dimenticarci che le emozioni sono energia mentale, e che,
reprimerle o eliminarle ci priva di vitalità.
In fondo l’energia delle emozioni è l’energia
del nostro sé più profondo.
Dunque lo scopo non può essere quello
di sterilizzare le emozioni e di ottenere uno stato di quiete privo di
vitalità. Ma quello di ripulire l’energia dalle emozioni negative.
E questo di ottiene soprattutto
diventando consapevoli di queste emozioni, fino ad acquietarle –ma lasciando
intatta l’energia che veicolano .
Affrontarle, non fuggirle. Vederle
chiaramente, non facendo finta di niente.
È in tal modo che potremo riconvertire
l’energia agitata e passionale nell’energia chiara e brillante di ciò che
chiamiamo, non a caso, “illuminazione”.
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