Il mare di solito è abbastanza calmo.
Ma ogni tanto arrivano le tempeste e le ondate. Un’emozione forte è come
un’ondata, che può essere negativa o positiva, ma comunque sconvolgente. In
entrambi o casi minaccia di travolgerci.
Per resistere a queste grandi ondate
che possono spazzar via la nostra calma e anche la nostra vita, dobbiamo
prepararci in anticipo.
Innanzitutto dobbiamo convincerci che
l’alternanza di buono e cattivo tempo è naturale e inevitabile. Dopo un periodo
di bonaccia, arriva sempre la bassa pressione – non ci vuole un indovino per
predirlo.
La seconda mossa è renderci conto che
noi non siamo le nostre emozioni – neppure quelle positive. Noi siamo più
grandi e più forti.
Oltre agli alti e ai bassi, alle
gioie e ai dolori, oltre a agli estremi che si alternano, esiste un centro o un
fondo che è calmo, equilibrato, limpidissimo e capace di espandersi, facendoci
entrare in una nuova dimensione dell’essere.
Durante i temporali, le fronde dell’albero
vengono sbatacchiate e talvolta strappate, ma il tronco resta solido e fermo.
Nei periodi tranquilli, impariamo
dunque a ritrovare e a identificarci con questo centro calmo. Smettiamo di
pensare e di preoccuparci, seguiamo i movimenti del respiro all’altezza del
petto e della pancia. Addestriamoci un po’ ogni giorno.
Quando verranno i tempi brutti,
sapremo che c’è questo rifugio, questa isola, cui potremo approdare. E, da lì,
potremo spiccare il balzo per vedere con più chiarezza l’intero quadro.
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