Forse non crediamo
all’interdipendenza delle cose, all’unità del tutto, anche dei contrari. Ci
sembra una teoria filosofica.
Ma resta il fatto che i nostri
peggiori stati d’animo (odio, rivalità, competitività, rabbia, invidia ,
rancore, ecc.) si basano tutti su una visione dualistica e antagonistica del
mondo: l’uno contro l’altro. Mentre i nostri migliori stati d’animo (amore,
tolleranza, amicizia, meditazione, compassione, empatia, ecc.) si basano su una
visione unitiva.
Non si tratta solo di una concezione,
ma anche di un impulso, di una tendenza, di un comportamento. Quando vediamo o
siamo spinti ad unirci, stiamo bene; quando vediamo o siamo spinti a
contrapporci, soffriamo.
Naturalmente, nella dialettica, naturale,
questa contrapposizione è necessaria e utile. Ma noi dobbiamo esseri così
bravi, intelligenti, saggi e consapevoli da sceglierci la parte migliore.
Abbiamo una sola vita. Che è anche breve.
La meditazione, la contemplazione sta
dalla parte migliore; perché, anche se inquadra cose brutte e sofferenze, ne
sta al di fuori, stabile e in pace.
Non si tratta di una teoria, ma di una pratica vantaggiosa.
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