Sembra che vedere che tutte le cose,
compresi noi e l’universo, siano fondamentalmente vuote, ossia prive di un sé,
prive di una vera sostanza, sia qualcosa di negativo
Ma c’è il rovescio della medaglia.
Vedere che tutti i nostri problemi
sono fondamentalmente vuoti e inconsistenti è una gioia, una liberazione. È come il tizio che credeva di vedere
nell’oscurità del suo giardino un terribile serpente velenoso, per poi
accorgersi che era un tubo di gomma.
Insomma, se tutto è vuoto, anche i
nostri drammi lo sono – anche le perdite, anche le sconfitte, anche le morti.
Si tratta sempre di fenomeni inconsistenti, di film, di pure apparenze,
destinate a sparire come neve al sole.
Ora che ci siamo dentro, ci sembra
tutto vero e tutto grave, ma una volta fuori… è come svegliarsi da un sogno. In
un attimo tutto sparisce.
Comprendere chi siamo – comprendere che
non siamo – ci esime da ogni dovere, compreso
quello di sopravvivere in eterno… un altro incubo, tra paradisi, inferni e
reincarnazioni.