La nostra storia, la nostra
epigenetica, è che, invece di essere aperti, spaziosi e rilassati, ci
contraiamo nel chiuso, nel limitato e nel teso. Ci congeliamo, ci
pietrifichiamo da soli, erigendo a difesa i muri dell’io che ci devono isolare
dai nemici, dagli altri, dal mondo.
A questo punto non ci resta che
compiere il cammino inverso, almeno in meditazione: aprirci e rilassarci
attraverso la consapevolezza del nostro stato.
Sono la chiusura e la contrazione che
ci fanno irrigidire e soffrire tanto.
La via della liberazione - e della gioia - è riaprire
in noi ciò che era stato solidificato. Sciogliersi.
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