Quando ci sforziamo di conoscere il
mondo, in realtà lo schematizziamo: facciamo entrare le cose in concetti, in
schemi precostituiti.
Uno di questi schemi è la
contrapposizione fra mente e corpo, fra noi e il mondo.
Si tratta di schematismi astratti,
perché noi non sappiamo dove finisca l’uno e incominci l’altro. Le cose non
sono affatto così distinte.
La realtà è unitaria. La mia mente e
il mio corpo non sono affatto separati, ma sono l’uno parte dell’altro. Sono un
tutt’uno.
Avendo però bisogno di inquadrare le
cose, noi le distinguiamo. E distinguendole, le separiamo.
Ora, in meditazione, compiamo il
cammino inverso.
Invece di distinguere, riunifichiamo.
Non è la mia mente che sente e pensa.
È l’unione
corpo-mente che sente e pensa. E non sono neppure “io” che pensa e sente. È un pezzo di mondo che sente, pensa
ed è consapevole.
Così, quando il soggetto muore,
dobbiamo renderci conto che muore la nostra astrazione. Le cose esplodono in un
nuovo ordine.
Nessun commento:
Posta un commento