Ascoltavo le parole di un discorso di Papa Giovanni in cui descriveva Dio come un padre amorevole che è
lì pronto ad accoglierci, pieno di amore di comprensione e di perdono… e compagnia bella.
Come si può continuare a parlare in
questi termini della trascendenza?
Una teologia per bambini, con padri,
madri e figli più o meno amati.
Sì, perché non tutti hanno lo stesso
destino. E i poveretti che nascono con malattie genetiche orribili o quelli che
rimangono schiacciati sotto un terremoto, che cosa dovrebbero dire al Padre?
Forse avrebbero da fare qualche
recriminazione. E non mi meraviglierei se si armassero di bastoni nodosi.
A tali ridicolaggini si arriva se si crede che Dio sia un padre.
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