Quando ci muore una persona cara o si
annuncia la nostra stessa morte, noi andiamo fuori di testa. Il fatto è che ci
credevamo solidi e immortali, come se tutto intorno a noi non cambiasse
continuamente, come se tutto non dovesse prima o poi morire.
Certo, c’è una differenza tra “il prima
e il poi”. Come tutti, pensiamo che sia meglio il “poi.” Ma si tratta di qualche
anno in più o di qualche anno in meno.
L’idea che il mondo sia un’apparenza
temporanea non ci sfiora neppure. La allontaniamo subito. Noi vorremmo che le
cose fossero solide e immutabili, e invece la vita è un palcoscenico su cui
tutti entrano, recitano per un po’ e se ne vanno… prima o poi.
Dobbiamo continuamente raccontarci la
favola dell’immortalità, per far passare la nottata, per sognare il contrario
della realtà.
È logico che, quando scopriamo che era
tutta una favola per bambini, lo shock sia tremendo.
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