martedì 15 luglio 2014

Viaggiatori dello spirito

Questa vita è troppo breve, inconclusa e inconcludente per essere qualcosa di definito. È come partecipare ad un match cui non siamo preparati e che si conclude subito. C’è poco tempo per rimediare, per pensare, per crescere. Tutto avviene in fretta, sbrigativamente.
Si può paragonare la vita in questo mondo ad una stazione ferroviaria, dove tanta gente va e viene. Noi siamo lì per una sosta, in attesa di riprendere un treno, che ci porterà ad un'altra fermata.

È evidente che si tratta di una tappa di un viaggio ben più lungo. C'era un prima e ci sarà un dopo. Tuttavia, a causa della nostra limitatezza mentale, vediamo solo questa stazione. Sarebbe come notare soltanto la pinna di uno squalo senza concludere che esista anche una testa e una coda. Saremmo come minimo dei superficiali.

I cattolici credono che in questa breve e confusa sosta ci si giochi l’eternità. Addirittura…

6 commenti:

  1. In base a cosa si può dire che siamo solo ad una sosta di un lungo viaggio? Mi piacerebbe saperlo. Anzi, invidio chi pensa di saperlo. A parer mio, ogni religione o anche ogni visione spirituale si trova davanti a un muro invalicabile. Perchè ha a che vedere con il mistero ed il mistero è, per sua natura, inconoscibile. La vita (la somma di tutti i misteri) non sarebbe quella che è se potessimo avere certe certezze,

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    1. Primo, ognuno di noi nasce da altri esseri, ossia ha un'eredità biologica, psicologica e spirituale. Non è un'anima creata dal nulla, ma è il frutto di un'evoluzione.
      Secondo, chi vive tre giorni, tre anni o trent'anni non ha le stesse possibilità evolutive di chi ne vive cento.
      Terzo, se la vita fosse tutta qui, non sarebbe un mistero, ma una cosa senza senso. E questa sarebbe un certezza... del tutto negativa.

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    2. E chi l'ha detto che la vita debba per forza avere un senso? Il tipo di ragionamento sopra esposto si sforza di applicare una logica umana a qualcosa che -per fortuna o purtroppo- va ben oltre la logica umana. Tant'è che si potrebbe obiettare, per esempio, che non è affatto detto che chi vive cent'anni si "evolva" più di chi ne vive trenta. Perchè non pensare allora il contrario? Sei morto giovane, quindi hai progredito in fretta...Siamo su un terreno molto scivoloso, mi sembra. E chi si ammala gravemente magari in giovane età, non può trovare nessuna consolazione pensando che la risposta a quel perchè è nel suo debito karmico, in certe sue "colpe" commesse chissà dove, chissà quando; così come a ben poco può valere l'immaginarsi sano e vitale nella nuova tappa del suo cammino. Chissà dove, chissà quando.

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    3. Se vuol credere che la vita sia priva di senso e che tutto sia dovuto ad un caso caotico, e se questo la fa star bene, libero di farlo. Ma che senso c’è?
      Sono gli scienziati che ci dicono che l’universo ha un’unica origine. E vuole che le cose che hanno avuto un’unica origine siano scollegate fra di loro?
      Certo, il senso che troviamo non è quello della semplice logica che vede gli eventi e gli enti come del tutto slegati e isolati. Bisogna avere una visione sintetica.
      La stessa fisica quantistica ci dice che i fatti sono tutti collegati e che si influenzano a vicenda. Se una farfalla sbatte le ali in Cina, forse una stella si spegne.

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    4. Bene, torneremo a discutere su altre questioni, come ormai stiamo facendo da tempo. Vorrei, per finire, solo aggiungere questo: non dico che un senso non ci sia, ma noi troppo spesso non siamo in grado di afferrarlo. E debbo aggiungere che abbiamo anche le nostre ragioni. Prendiamo ad esempio una madre che perde il suo figlioletto innocente di tre anni falciato da un pazzo, e proviamo a chiederle, oppure chiediamoci tutti noi, il senso di quella perdita. Quel senso non lo troveremo da nessuna parte, e non importa che ci sia. Le nostre facoltà più profonde e personali (non certo quelle intellettuali) ci aiuteranno a elaborare il dolore prima, a vedere la vita sotto una nuova prospettiva poi, ma non potranno mai mai capacitarci veramente di quanto successo magari ormai tanto tempo prima.

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    5. Lei ha ragione: nessuno può toglierci quel dolore. Ma dobbiamo considerare che non viviamo nel migliore dei mondi possibili, che la malattia e la morte sono sempre in agguato, per tutti. I bambini muoiono tutti i giorni, per malattie, per fame, per incidenti, per parto, ecc. Un tempo erano più i bambini morti di quelli sopravvissuti. E poi ci sono i bambini che gli eserciti umani massacrano tutti i giorni, con una certa indifferenza.
      Questo per dire che la realtà ha sempre una dimensione tragica, che la mano di Dio non è sempre delicata.
      Con chi prendercela? Qualcuno ha inventato anche il concetto di "peccato originale" proprio per ributtare sugli uomini ogni responsabilità del male.
      Troppo semplice. Se crediamo in Dio, dobbiamo dire che, se l'uomo ci mette del suo, Dio ce lo messo molto prima. E, allora, più che di un peccato originale, dobbiamo parlare di un difetto originale - quello del presunto Creatore.
      Comunque sia, ogni cosa è interconnessa con le altre. Se vogliamo il bene e l'evoluzione, dobbiamo accettare anche il senso del male. Non c'è alternativa.

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