Per utilizzare i mantra,
dobbiamo tener conto (e quindi essere continuamente consapevoli) degli stati
d’animo – che variano durante la giornata secondo ritmi circadiani personali.
In un certo momento saremo ansiosi, in altro abbattuti, in un altro euforici,
in un altro squilibrati, in un altro pieni di energie, in un altro stanchi, in
un altro pieni di voglia di fare, in un altro meditativi e raccolti… insomma,
di volta in volta dovremo applicare un mantra diverso.
Il problema è quello della
correzione o del rafforzamento degli stati d’animo. Se siamo ansiosi, è chiaro
che dovremo usare un mantra come “calma”, se siamo agitati o aggressivi un
mantra come “pace”, se siamo abbattuti un mantra come “felicità”, se siamo
stanchi un mantra come “vuoto, vacuità, svuotamento”, ecc.
Il mantra è una parola, una
parola che indica uno stato d’animo. Perciò, più sono gli stati d’animo che riusciamo
a identificare, più mantra potremo utilizzare. La parola è solo uno strumento
che punta ad uno stato d’animo, ed è questo il nostro obiettivo. Il nostro
scopo è suscitare, correggere o rafforzare gli stati d’animo.
Se siamo per esempio un po’ tristi o depressi, utilizziamo il mantra “felicità”. Dobbiamo
ripetere la parola, magari dividendola in sillabe e visualizzandola scritta:
FE-LI-CI-TÀ… Ma naturalmente la ripetizione della
parola serve a suscitare lo stato d’animo della felicità.
Non è nemmeno necessario stare sempre seduti. Si può per esempio accordare un mantra con il passo.
Non è nemmeno necessario stare sempre seduti. Si può per esempio accordare un mantra con il passo.
Dobbiamo ricordare che noi
possiamo rievocare uno stato d’animo anche in assenza di ragioni determinanti,
e che ogni stato d’animo è collegato al suo contrario. Se poi vogliamo uscire
dall’altalena dei sentimenti contrastanti, possiamo adottare altri mantra che
richiamino piuttosto condizioni di “equilibrio”, di “distacco” o di
“equanimità”.
Resta comunque la grande
risorsa di poter rievocare certi stati d’animo proprio nel bel mezzo dei loro
contrari. Se per esempio sono triste o un po’ abbattuto, ci saranno certamente
determinate ragioni; ma anche nel mezzo dell’infelicità, possiamo suscitare,
proprio con la tecnica del mantra, la felicità… in apparenza immotivata.
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