Per quanti sforzi si faccia
per essere buoni, c’è sempre una parte di noi che invia impulsi cattivi. Per
quanti sforzi si faccia per cambiare una cattiva abitudine, c’è sempre una
parte di noi che ci riporta ad essa, proprio come un drogato o un alcolizzato.
Se siamo divisi proprio al
nostro interno, come fare allora a rimanere sempre sulla retta via? Se gli
impulsi nascono dall’inconscio, come fare a resistere?
Bisogna seguire la via della
felicità. Ma come fare?
Non c’è una via alla
felicità. La felicità è la via. Bisogna insomma seguire questa strada come un
cane che segue una traccia odorosa. È la traccia che lo guida; quando perde la
strada, si rimette a ritrovare la traccia. Fuor di metafora, quando trovi un
briciolo di gioia o di felicità, attaccati ad essa e segui quella strada.
Questa vale anche per i
mantra. Ripeti quelli che in un dato momento ti danno gioia. Ma non lottare
contro la stanchezza; se sei stanco, è già una mezza apertura dell’inconscio.
La via delle felicità, la
via della stanchezza e la via del vuoto. Tre buone vie per raggiungere i
sotterranei dell’inconscio e inserirvi nuovi comandi.
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