In fondo il cattolicesimo è
la religione dell’inchino. Il prete si inchina, il fedele si inchina, i
chierichetti si inchinano, e tutti devono inchinarsi e baciare la mani agli
alti prelati e al Papa. Ci si inchina davanti alle statue, agli altari e alle
immagini sacre. E così ci si abitua a credere che davanti ai potenti, dell’aldilà
e anche di questo mondo, ci si debba sempre inchinare.
Sarà per questo che nelle processioni
le statue dei santi, di Gesù o della Madonna vengono fatte fermare e inchinare
davanti ai palazzotti dei mafiosi e dei potenti.
Nasce così quella tipica
cultura della sottomissione e del servilismo, che ha fatto degli italiani un
popolo di lacchè. Di fronte al potente l’italiota si inchina, si prosterna, si
umilia, gli bacia i piedi e ricorre senza pudore ad adulazione, cortigianeria,
piaggeria e incensamento. Il nostro non è un popolo di cittadini, ma di sudditi,
che vanno continuamente alla ricerca dell’uomo potente di fronte a cui
inchinarsi, senza dignità.
Ma, se il popolo è un popolo
di lacchè - gli altri, i potenti, i ricchi e i governanti - si sentiranno autorizzati
a fare quel che vogliono, a infrangere le leggi, ad approfittare di ogni
occasione per ottenere privilegi e per abusare della loro autorità. Inoltre
nasceranno mafie che sanno di poter sottomettere i tanti pecoroni che non hanno
il coraggio protestare e di ribellarsi.
Eh, sì, la religione
dell’inchino è una delle cause principali del degrado morale degli italiani.
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