Dedicarsi
periodicamente al silenzio mentale è una pratica che fa bene non solo allo
spirito ma anche alla salute del corpo. Si tratta infatti di una forma di
depurazione o purificazione psico-fisica che porta ad un aumento di sensibilità
e di libertà.
Per silenzio mentale intendiamo non solo lo smettere di parlare,
ma anche lo smettere di socializzare. Noi infatti abbiamo un eccesso di
socializzazione, che ci fa perdere molte energie e la nostra stessa
originalità. Perché la verbalizzazione e la socializzazione continue ci
spingono ad agire e a reagire secondo modalità convenzionali.
In sostanza, nell’ambiente sociale siamo costretti ad innestare
una specie di pilota automatico, che riporta ogni risposta ai luoghi comuni
della socialità, alle conoscenze, agli impulsi e alle reazioni elaborate dalla
mente collettiva. Siamo come tanti cloni o replicanti che usano sempre le
stesse idee, gli stessi impulsi, gli stessi ruoli e la stessa logica. Noi
invece cerchiamo una coscienza libera da condizionamenti, che non risponda nel
solito modo ai problemi e alle esigenze della vita.
Per far questo dobbiamo ricorrere ad una forma di autocontrollo,
che non è comunque né repressione né rimozione, ma soltanto una forma di vigile
consapevolezza. Di fronte ai vari casi della vita, interporremo un attimo di
riflessione (il samyama dello yoga)
che ci permette di non ricalcare i vecchi solchi del comportamento e
delragionamento. Solo così ci si può trasformare.
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