Noi
non pensiamo mai alla fortuna che abbiamo avuto a nascere sotto forma di esseri
umani. Ce l’ho ricorda il buddhismo, che qualcuno considera a torto una religione
pessimistica o nichilista, e che invece è una religione della liberazione
radicale dalla sofferenza.
Consideriamo
quante forme di vita esistono sulla Terra. Certo, gli esseri umani sembrano
tanti (sei miliardi), ma che cosa sono in confronto agli insetti o ai topi? Vi
sarebbe piaciuto nascere sotto forma di formiche o di scarafaggi? Eppure, in
passato… chissà… o anche in futuro…
Nascere
come esseri umani non è facile: ci deve essere stato un lungo percorso
evolutivo e particolari meriti. Infatti tra la formica e l’uomo c’è un notevole
salto evolutivo. Anche gli altri esseri viventi hanno una loro coscienza, ma
solo l’uomo è consapevole di essere e di essere cosciente. Quanta strada ha
dunque fatto? E quanta ne deve ancora fare?
È
questa consapevolezza che contraddistingue l’uomo (anche se non tutti gli
uomini sono allo stesso livello). Ed è una consapevolezza sempre minacciata e
oscurata dai vari impegni sociali e dalle varie attività mentali (sensazioni,
pensieri, immaginazioni, ricordi, previsioni, ecc.).
Poiché
questa consapevolezza è il fondamento di una vita evoluta, e poiché può essere
ulteriormente chiarificata e aumentata (sono ipotizzabili altri stadi di vita o
altri esseri con un maggior grado di consapevolezza), la meditazione nella sua
essenza consiste nell’identificarla e nel renderla il più possibile stabile.
Questo
è dunque l’esercizio di base della meditazione: ridurre il più possibile le
interferenze e le attività mentali, e cogliere questa nostra pura
consapevolezza, questa nostra sveglia presenza.
Ovviamente,
all’inizio, la si può riconoscere solo per pochi istanti. Ma la sfida è tutta
qui: renderla il più possibile stabile in tutte le nostre attività. Fra
l’altro, questo è un modo per uscire dalla continua altalena di piaceri e
dolori, delle fantasie e delle preoccupazioni, e di trovare la fine della paura
e la fonte di una felicità più duratura.
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