Ognuno di noi
appartiene a una famiglia, a una società, a una nazione, a una cultura, a una
tradizione, ecc…. insomma, il senso di appartenenza è il punto di partenza.
Poi, però, c’è
il viaggio (e la vita è un viaggio). E il viaggio consiste nello spostarsi,
nell’allontanarsi, nel prendere le distanze, nell’esplorare altre dimensioni.
Come in ogni
viaggio c’è incertezza, senso di vulnerabilità e timore. Si sa quel che si
lascia, ma non si sa quel che si troverà. Che pena, d’altra parte, se non ci si
staccasse mai dalla famiglia, dal nido… sarebbe una vita abortita.
Questo è il
viaggio della libertà, della liberazione e dell’evoluzione. Uscire dalle
origini, dai limiti, dalle radici, dalle identificazioni, dalle chiusure, per
aprirsi al nuovo, all’inaspettato.
E anche se non
ci si muove, si è costretti prima o poi a farlo.
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