Ci domandiamo spesso: c’è un
destino, c’è una predestinazione? E quanta parte delle nostre scelte determina?
In effetti, noi nasciamo con
un destino, che è inscritto nei nostri geni, nel nostro carattere, in ciò che
ci ha dato origine. Ed è certamente preponderante rispetto al libero arbitrio.
Ma allora non siamo liberi?
Non possiamo scegliere niente? In realtà, qualcosa possiamo scegliere, ma non
tanto.
Dobbiamo però riformulare la
domanda: come si è formato quel destino? Noi siamo davvero unici? Siamo sicuri
che i nostri istinti, le nostre reazioni, i nostri sentimenti e i nostri
pensieri siano assolutamente originali?
E se una parte di noi è
costituita da altri, quel destino ci è stato in qualche modo precostituito.
L’anima individuale è per
così dire prima di tutto collettiva, e poi cerca faticosamente di farsi strada.
Cerca di chiarirsi e di definirsi come Sé da una vita all’altra, come una
fotografia sfocata che acquisti a poco a poco nitidezza. Ma ce ne vuole di
strada. Dunque, cerca tu stesso di riconoscerla. Sviluppa la tua
consapevolezza.
“C’è un unico bene: la
conoscenza. C’è un unico male: l’ignoranza” diceva Socrate.
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