Crediamo che l’amore sia
solo un fattore positivo e che l’odio sia solo un fattore negativo (e lo stesso
per tutti gli opposti con cui funziona la nostra mente). Ma non è così.
Per esempio, c’è un amore
egocentrico che, nell’unire, tende a castrare e a paralizzare, e c’è un odio
creativo e liberante che nel respingere fa crescere. I genitori che trattano i
figli come proiezioni di se stessi, come bastoni per la vecchiaia, come
investimenti per il futuro, e che non vorrebbero che si distaccassero mai,
amano davvero i loro figli? E gli innamorati che vorrebbero l’amata tutta per
sé e che la considerano una parte di sé, una loro proprietà, amano davvero
l’altra persona? Ecco esempi di amore negativo.
E se i figli, ad un certo
punto, non odiassero i genitori, in che modo si staccherebbero dalla famiglia d’origine,
con il suo abbraccio mortale, e diventerebbero persone adulte e responsabili?
Ecco esempi di odio positivo.
Queste osservazioni valgono
per tutti gli opposti. Se il dolore è sempre un male, che dire di quello
provocato da una operazione chirurgica che estirpa un cancro? E se il piacere è
sempre un bene, che dire di quello provato dal drogato che si autodistrugge? Un
antico proverbio dice che non tutto il male viene per nuocere; ma si potrebbe
aggiungere che nemmeno tutto il bene viene per giovare.
Imparare dunque a vedere
l’aspetto negativo nelle cose positive e l’aspetto positivo nelle cose negative
ci aiuta a uscire dal limitato dualismo mentale e ad entrare nella mente di
Dio.
Certo, ci vorrà distacco e
bisognerà saper oltrepassare i propri interessi e le proprie preferenze per
cogliere la realtà nella sua interezza.
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