La vita non può
essere solo reazione, risposta codificata, riflesso condizionato, abitudine
ripetitiva, metodo prestabilito, rapporto di ruoli, codici di condotta, azione
meccanica, contatto professionale, tradizione, ecc. Tutto questo è una routine
che non ci soddisfa, che ci fa vegetare, che ci stanca.
Dobbiamo trovare
la luminosità, la presenza, l’autenticità, la vibrazione, l’immersione
liberandoci delle regole del passato, dell’educazione formale, dell’etichetta,
della convenzione e quindi della memoria, del passato. Dobbiamo trovare la
spontaneità e la gioia, dimentiche del tempo.
Quando per
esempio ci innamoriamo, ci sentiamo rinascere. Ma poi, col tempo, i rapporti
diventano quelli convenzionali tra marito e moglie o tra conviventi. Lo stesso
per i rapporti con i figli; quando nascono, è una meraviglia, una sorpresa
continua. Ma poi diventano quelli tra padre o madre e figlio. Qualcuno ha
stabilito delle regole per poter innescare il pilota automatico e tirare avanti
meccanicamente, semi-vivi. Tutto s’incanala sui binari dell’abitudine, che è
una semi-vita, perché non richiede né partecipazione, né vero interesse, né
attenzione, né sensibilità.
Diventare
consapevoli di questo meccanismo per ritrovare il senso della vita.
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