Benché il Buddha avesse dichiarato
che era un uomo come tutti gli altri, non un Dio, ben presto fu adorato proprio
come un essere divino. E, quanto a Gesù, viene considerato un uomo in cui si è
incarnato Dio: un gran pasticcio teologico e logico.
Come si spiega che gli uomini
non riescano a concepire Dio e debbano adorarlo sempre attraverso la mediazione
di un uomo?
Evidentemente, sono
materialisti, difettano di spiritualità e non possono immaginarsi Dio se non
come un potente della loro piccola Terra. Inoltre, adorando Dio come uomo,
adorano l’uomo come Dio. I Padri della Chiesa dicevano: “Dio si è fatto uomo
perché l’uomo si facesse Dio”. Insomma, una gran presunzione.
E tuttavia si può dire che,
dopo la morte originaria di Dio come essere a se stante, tutto è divino e che
ogni essere umano partecipa della divinità. Quindi, i grandi mistici di tutte
le religioni hanno potuto dire: “Io sono Dio” oppure “Io e il Padre siamo una
stessa cosa”.
Ognuno può contemplare Dio
in se stesso e può vedere nell’altro un essere divino. Ma, per favore, non
proiettiamo all’esterno i processi spirituali personificandoli in un Essere
divino.
Dio si è incarnato ed è
sparito al momento della creazione, spargendosi nel cosmo. Finiamola dunque con
l’adorazione di un Essere esteriore. L’incarnazione, l’incardinazione, la
disseminazione, è avvenuta una volta per tutte. Ora basta. Di materialismo ne
abbiamo abbastanza. C’è bisogno solo di spiritualità.
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