Chi ha una certa età si
domanda: perché sempre la guerra? Perché questo spreco di risorse e di energie?
Perché non è possibile sradicare questo istinto malevolo che porta tutti a
lottare contro tutti?
Non sarà possibile sradicare
la guerra fuori di noi finché non sradicheremo la guerra dentro di noi. Non
sarà possibile vivere in pace con gli altri finché non vivremo in pace con noi
stessi. In tal senso, la guerra è la proiezione esteriore di una violenza
interiore, di una infelicità interiore.
È inutile predicare la pace
se dentro di noi siamo pieni di rivalità e di ambizioni, se siamo dominati da
una possessività che ci fa vedere ogni estraneo come un possibile nemico.
Prendiamo quei due discepoli di Gesù che discutevano su chi sarebbe stato “il
più grande nel regno dei cieli”. Ecco due uomini che pretendevano di trasferire
nell’aldilà il loro desiderio di supremazia.
Ebbene questa è la base di
ogni contesa: chi è il più importante, chi è il più potente, chi ce l’ha più
grosso… E non può essere sradicata se non se ne prende coscienza, non in senso
generale, ma di volta in volta, nel momento stesso in cui si manifesta.
Se vogliamo sradicare la
guerra, sradichiamo con la consapevolezza questa tendenza, altrimenti sarà
inutile ogni appello alla concordia e alla pace. Non basta predicare, come
fanno i preti e i Papi; bisogna lavorare dentro di noi. Dobbiamo prima creare
l’armonia dentro di noi se vogliamo che esista nel mondo.
A questo scopo, non dobbiamo
combattere contro di noi, perché anche questa lotta interiore è fonte di
guerra. Non lottare: sii consapevole, crea dentro di te il sentimento
dell’armonia.
Perché, anche se tante
religioni predicano la pace e l’amore, il mondo è sempre pieno di guerre?
Perché la gente non è consapevole, non vede l’odio, la rivalità, la gelosia e
l’ambizione di cui si nutre quotidianamente. E i membri del clero, i religiosi,
non fanno eccezione: sono pieni di ambizioni, di orgoglio, di rivalità – non
sono consapevoli. Senza un esame di coscienza continuo, ogni predica, per
quanto buona, è inutile.
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