Ovviamente il
desiderio è qualcosa che ci spinge al di fuori di noi, verso il mondo e gli
altri. E questo è un bene. Ma se desiderare significa sforzarsi si acquisire
persone, cose, fama, potere, ricchezza, ecc. resta un tentativo disperato di
possedere ciò che in realtà non sarà mai nostro.
Posso comprare
una casa o una persona, ma prima o poi, o comunque dopo la mia morte, quella
casa o quella persona non potranno seguirmi e saranno di altri o di se stessi.
Così scopro che nessuno possiede mai niente.
Tutto sommato,
l’attività acquisitiva esterna ci allontana da noi stessi e ci procura una
specie di protesi illusoria che prima o poi sarà rigettata. Non a caso, certi
imperatori nell’antichità stabilivano che alla loro morte venissero
“sacrificati” la moglie, i servitori e perfino gli animali – speravano di
portarseli dietro. E ancora oggi qualcuno uccide l’essere amato con la stessa
assurda intenzione.
Ma gli altri e
le cose non sono in nostro possesso. L’unico nostro “possesso ”è ciò che siamo
– ed è questa l’unica cosa che possiamo portarci dietro, nel bene e nel male.
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