martedì 27 maggio 2014

Il passaggio spazio-temporale all'interno dell'anima

Secondo i fisici, esistono nel nostro universo speciali buchi neri in cui viene inghiottita ogni materia e anche la luce, veri e propri passaggi spazio-temporali verso altri universi.
Ma, senza andare tanto lontano, un passaggio del genere esiste anche dentro di noi: è il punto di accesso o il portale verso altre dimensioni. Questa idea è molto antica. Nelle Upanishad, per esempio, si parla proprio di un “passaggio al mondo spirituale” che si troverebbe al centro del nostro essere. Talvolta viene localizzato nello “spazio all’interno del cuore”, ed è variamente definito come il “supremo rifugio”,”più sottile d’ogni cosa sottile”, “più grande di ogni cosa grande”, “libero dal dolore” e “non toccato dal desiderio”; e non viene conseguito né attraverso spiegazioni né attraverso l’intelletto, ma solo da chi sia “calmo, sereno e completamente concentrato” [Katha Upanishad]. In pratica esso è il “sé intimo di ogni essere”, la “casa di ognuno” e viene scorto da coloro che, nella meditazione, lo vedono “collocato entro il proprio sé” [Svetasvatara Upanishad]. Questo “spazio che si trova all’interno del cuore è altrettanto vasto dello spazio che si vede esternamente”, è “libero da vecchiaia e da morte” e riunisce cielo e terra. Vi si penetra anche “quando si è profondamente addormentati” e raccoglie il “mondo dei padri” e il “mondo delle madri” [Chandogya Upanishad].
Colui che è “calmo, tranquillo, distaccato, paziente e raccolto in sé” vede questo centro (atman) in ogni cosa e ogni cosa in questo centro [Bhradaranyaka Upanishad].

Per trovare questo passaggio non c’è dunque bisogno di intraprendere lunghissimi viaggi interplanetari (per cui non basterebbe un vita umana), ma basta guardare dentro di sé.

2 commenti:

  1. Quando leggo queste frasi delle Upanishad mi viene in mente la questione del temperamento. Il temperamento è una delle cose più naturali che esistano. E ognuno ha il suo. C'è chi sembra una tartaruga, e chi è nervoso, magari intelligentissimo, con occhi guizzanti e fisico snello, spesso creativo, ma terribilmente portato a deconcentrarsi, al nervosismo, alle ansie e alle paure e alle preoccupazioni, e molto difficilmente ha un buon sonno...Ecco, mi chiedo, è possibile che queste persone diventino "calme, tranquille, distaccate, pazienti..."? Con l'esercizio, con l'applicazione, con il metodo, con l'esperienza, con l'età? Siamo sicuri che questo basti e abbia la meglio sulla forza primaria della natura?

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    1. Chiaro che non si può cambiare il temperamento (che è il frutto di una antica eredità karmica). Ma, per fare meditazione, non c'è bisogno di essere sempre calmi e distaccati. Anzi, i contrasti si stimolano a vicenda. L'importante è trovare la calma in certi momenti. E capita a tutti. Altrimenti saremmo tutti senza speranza.

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