Non c’è visione profonda se non c’è immobilità della mente. Se fate una
passeggiata, la mente vaga a suo piacimento senza soffermarsi su niente. Ma se
siete colpiti da un oggetto specifico, ecco che la mente si concentra, si
acuisce e smette di vagare: quasi si ferma.
Immobilità significa calma,
concentrazione e piacere.
La calma induce una visione lucida e
sempre più potente che mostra dettagli prima nascosti. È come avere un microscopio che
ingrandisce o un fascio di luce che illumina il buio.
Ciò che si vede ora, esisteva anche
prima, ma, data l’irrequietezza della mente, non veniva notato. Ora la mente ha
inquadrato il suo oggetto – ciò che l’attira – e si è fermata.
Per la prima volta non vede
un’etichetta, un nome o un concetto, ma l’oggetto vero e proprio.
Per esempio, l’oggetto con cui scrivo
è una penna e tutti sappiamo che cos’è. Ma di penne ce ne sono milioni.
Ora osserviamo questa penna: nel momento in cui la portiamo all’attenzione
prolungata, osservandone tutti i particolari, la mente si fa sempre più
recettiva e immobile.
Vedere l’oggetto (che può essere
anche il soggetto) al di là di tutte le etichette.
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