L’attaccamento a opinioni, credenze e
dogmi è gravemente limitante, perché chiude all’esperienza – l’unica che possa
darci la verità.
Un uomo molto ricco aveva un figlio e
viveva in un bel palazzo. Un giorno partì per un viaggio d’affari. Durante la
notte, un gruppo di predoni assalì il palazzo, uccise i servi, rubò gli oggetti
di valore, incendiò tutto e portò via il bambino.
Quando il ricco tornò, trovò fra le
macerie del palazzo bruciato il corpo carbonizzato di un bambino e credé che fosse suo figlio. Lo fece
cremare e si legò alla cintura un sacchetto con le ceneri del bambino.
Ma il figlio non era morto. Dopo
qualche anno, riuscì a fuggire e tornò a casa.
Bussò alla porta e disse al padre chi
era.
Ma il padre, convinto che fosse
morto, non volle accoglierlo.
Lo stesso succede a chi si attacca a
dottrine che pretendono di essere credute senza dare prova della loro
fondatezza. Legarsi a queste opinioni è perdere la propria libertà.
Tutte le dottrine, tutte le
religioni, tutte le fedi sono opinioni.
Noi non dobbiamo insegnare o
apprendere una dottrina, ma insegnare o apprendere un metodo per verificare di
persona, sperimentalmente, ciò che si afferma.
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