Pregare e meditare possono essere
attività rivolte a chiedere qualcosa, a dirigersi vero una meta prestabilita, a
mirare ad un obiettivo che abbiamo già in testa.
Ma, poiché siamo parti di un tutto
che è enormemente più vasto e più potente del nostro microscopico essere, non
possiamo pretendere che il tutto si diriga esattamente là dove vogliamo noi.
Nella nostra limitata realtà possiamo tentare di imporre la nostra volontà, ma
è dal mondo che noi usciamo, e non viceversa. Dal tutto siamo usciti e dal
tutto saremo riassorbiti.
Dobbiamo quindi raggiungere una
saggezza superiore e ammettere che non possiamo fare più di tanto. Anche l’uomo
più potente, alla fine, deve invecchiarsi, ammalarsi e morire, e anche lui
dovrà confessare che ha realizzato solo una piccola parte di ciò che avrebbe
voluto.
Tutti noi abbiamo a che fare con
forze e condizionamenti che ci dirigono dove vogliono loro – dove è possibile
dirigerci – non dove vogliamo noi.
Ecco perché dobbiamo imparare a
vedere l’insieme delle cose e ad allinearci a processi e moti che ci superano.
Non è possibile andare a lungo controcorrente. Semmai, dobbiamo capire dove va
il flusso che ci trasporta e cercare di sfruttarne la corrente.
E la corrente non va sempre dove
vogliamo noi e ci trasporta in luoghi, incontri e situazioni che poco o nulla
hanno a che fare con la nostra volontà e i nostri sogni iniziali.
Pregare e meditare significano spesso
chiedere di realizzare i nostri
disegni. Ma ci sono preghiere e meditazioni che non chiedono nulla – e sono le
migliori. Ci permettono di realizzare i nostri disegni all’interno del disegno
universale.
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