Se, guardandoci allo specchio,
notiamo una macchia o un difetto in qualche parte del corpo, immediatamente
corriamo ai ripari e cerchiamo di eliminarlo o nasconderlo.
Ma lo stesso non facciamo
con le nostre macchie interiori. Poiché gli altri non le vedono, non ce ne
curiamo.
In realtà, prima o poi, gli
altri e noi stessi dovremo fare i conti con quei difetti, che verranno
sperimentati come problemi o ostacoli.
Purtroppo non esiste uno
specchio dell’anima, qualcosa su cui vedere i nostri difetti. Non c’è che
l’autoanalisi, l’auto-osservazione. Cosa che molti non vogliono fare, perché
non vogliono vedersi e non sanno come cambiare.
Ma l’introspezione ripetuta,
pur portando a scoperte che possono essere umilianti, pur distruggendo
l’immagine ideale che abbiamo di noi stessi, ha già un potere risanatore.
Più ci vedremo e più ci
comprenderemo, più otterremo la determinazione (la necessità) di eliminare quel
difetto.
Di solito pensiamo che il
mondo sia sbagliato perché non si conforma ai nostri desideri. Ma, per
cambiarlo, dobbiamo iniziare a cambiare noi stessi.
Alla base di questo
meccanismo virtuoso, non c’è che la presa di coscienza. Altrimenti,
continueremo ad avere gli stessi difetti e a ripetere gli stessi errori.
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