Quando diciamo
che il mondo non è che apparenza instabile e cangiante, che gli enti sono
effimeri e transeunti, che niente ha un’essenza a se stante e che i fenomeni
sono sostanzialmente vacuità, non vogliamo indurre al pessimismo e alla
passività, ma ad un salutare distacco dai legami e dalle vicende del mondo, ad
una gioiosa libertà dall’attaccamento – anche a se stessi.
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