Quando
parliamo di trascendenza, non ci riferiamo a ciò le religioni chiamano Dio, ma
a un livello più profondo e più elevato della normale comprensione mentale.
Si tratta
di trascendere la mente con il suo abituale dualismo e la sua tendenza a vedere
tutte le cose come enti anziché come processi.
Poiché
tutto ciò che diciamo non è Dio, quando ci si chiede: “Credi o non credi in
Dio”, è come se dicessimo: “Credi o non credi in una certa immagine di Dio, un
Dio definito?”
Un Dio
definito non è certo Dio.
Spesso, per
credere a un Dio delle religioni, rinunciamo a comprendere la cose con la
nostra testa, adottando un pregiudizio, una proiezione antropomorfa. Dobbiamo
andare al di là.
Scrive
Platone nel Teeteto: “La mente [del
filosofo] vola, come dice Pindaro, ovunque, e ora s’immerge nelle profondità
della terra, ora ne misura la superficie e ora si solleva in cielo per
contemplarvi il corso degli astri.”
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