lunedì 14 settembre 2015

La trascendenza

Quando parliamo di trascendenza, non ci riferiamo a ciò le religioni chiamano Dio, ma a un livello più profondo e più elevato della normale comprensione mentale.
Si tratta di trascendere la mente con il suo abituale dualismo e la sua tendenza a vedere tutte le cose come enti anziché come processi.
Poiché tutto ciò che diciamo non è Dio, quando ci si chiede: “Credi o non credi in Dio”, è come se dicessimo: “Credi o non credi in una certa immagine di Dio, un Dio definito?”
Un Dio definito non è certo Dio.
Spesso, per credere a un Dio delle religioni, rinunciamo a comprendere la cose con la nostra testa, adottando un pregiudizio, una proiezione antropomorfa. Dobbiamo andare al di là.

Scrive Platone nel Teeteto: “La mente [del filosofo] vola, come dice Pindaro, ovunque, e ora s’immerge nelle profondità della terra, ora ne misura la superficie e ora si solleva in cielo per contemplarvi il corso degli astri.”

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