martedì 1 settembre 2015

Panteismo

Giudaismo, cristianesimo e islam nascono da una stessa concezione di Dio. Dio è l’essere assoluto che crea il mondo, è un potere di tipo maschile che deve dominare la donna, gli animali e il mondo, ed è posto là… di fronte all’uomo. Anche se l’uomo è una sua creatura, una specie di figlio, Dio resta separato e se stesso: è il Padre eterno. Il divario fra Dio e l’uomo resta dunque incolmabile.
Anche se Dio è inconoscibile, non resta nascosto, ma si presenta e si rivela all’uomo. Manda propri emissari, vuole fondare una religione, protegge chi crede in lui, combatte chi non gli crede, dà ordini e comandamenti, suggerisce, ispira, interviene…
Non solo è il Padre, ma è anche il Giudice, colui che ci valuterà e ci soppeserà una volta morti. Non c’è scelta: o l’uomo si conformerà e ubbidirà a lui, o verrà annientato.
C’è un’altra concezione di Dio?
Sì, che Dio non sia un essere separato e a se stante, ma che sia in tutto, tutto.
“Panteismo” è una bellissima parola, anche se è detestata dai teisti. Significa che tutto è Dio, o, meglio, che tutto è composto di un’unica sostanza divina. Dio è la cellula, la pietra, l’atomo, la pianta, l’animale, l’uomo, la coscienza. Nessuno nel cosmo ha una posizione privilegiata, ma tutti fanno parte di un’unica e immensa rete.
In questa rete non c’è chi comanda e chi giudica, perché tutti sono responsabili per la loro parte e indirizzano le cose in un senso o nell’altro, premiandosi o punendosi da soli – e premiando o punendo il tutto.
Dio è la totalità, ma una totalità che non può esistere senza le parti.
Nella vita, nella sostanza divina, è già compresa l’informazione, la coscienza, la consapevolezza, la testimonianza. Non c’è separazione fra materia e spirito.
Per i teisti, invece, tutto questo è dato da un Dio che resta distinto. Loro esaltano la separazione.

Il panteismo esalta l’unione.
Per trovare Dio non dovete pregare una divinità esteriore, ma immedesimarvi nella vostra stessa essenza divina.

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