giovedì 17 settembre 2015

La finestra della contemplazione


La finestra è stata inventata per guardare fuori da un ambiente chiuso ed è il luogo privilegiato della contemplazione domestica. Ma, a ben vedere, i nostri occhi sono come finestre attraverso cui guardiamo fuori dal nostro corpo. Gli occhi e anche gli altri organi di senso.
In fondo, il nostro essere è una finestra aperta nell’universo, una finestra attraverso cui noi guardiamo l’universo e l’universo guarda noi. Perché, come indica il termine stesso uni-verso (“l’universo si volta verso se stesso”), senza questo atto di auto-contemplazione, niente esisterebbe.
L’universo si auto-crea osservandosi, guardandosi, contemplandosi, ovvero essendo consapevole di sé.
Scopo dell’uomo è sviluppare questa consapevolezza in un quadro di calma e di chiarezza, dando così il suo contributo all’evoluzione del mondo.
Questo sviluppo della consapevolezza è la meditazione.
La differenza tra meditazione e contemplazione è che la prima è più concentrata sulle esperienze interiori, mentre la seconda è più rivolta al mondo esterno (benché questa differenziazione tra interno ed esterno sia sempre relativa).
Contemplare è guardare con interesse, meraviglia e stupore, dove il rapimento nasce dall’impossibilità di inquadrare le cose viste nelle categorie abituali. È qualcosa che eccede il senso comune, basato su dualismo e causalità. Qual è il senso di un tramonto spettacolare, del cielo stellato sopra di noi, di un’opera d’arte, del mare, di una montagna o della persona di cui ci siamo innamorati? Contempliamo incantati ed estatici, al di là di ogni possibile razionalizzazione.

Nessun commento:

Posta un commento