sabato 26 settembre 2015

L'odio

Tutti sappiamo che cosa sia l’odio. È una forma di avversione verso qualcuno o qualcosa, che suscita emozioni forti di rabbia, di collera, di disgusto, di ira, di irrigidimento, di allontanamento, di separazione.
Ma forse non ci rendiamo conto che ne esiste una forma interiore, una forma repressa, nascosta, disconosciuta, che suscita emozioni come la paura, l’angoscia, l’ansia, la disperazione, la dissociazione, il senso di colpa, il rimorso…
Si tratta di un’energia che, nella sua forma più negativa, finisce per paralizzare e devastare l’anima di chi la prova.
Purtroppo, è una delle due forze che tiene in piedi il mondo: attrazione e repulsione, amore e odio, che sono come le due facce di una stessa medaglia.
Ecco perché ogni invito ad amare è destinato a suscitare il suo contrario e, quindi, a fallire.
Anche Gesù provava avversione verso i farisei e i sacerdoti.
Non è vero che l’odio si possa vincere con l’amore. Inevitabilmente l’uno porta all’altro.
L’odio ha molto in comune con l’amore, proprio perché è una forma di fissazione, di ossessione. Nell’odio e nell’amore pensiamo continuamente ad una persona e ne diventiamo dipendenti: non siamo liberi.
La via migliore non è dunque costringere ad amare (cosa del resto impossibile), ma riconoscere che l’odio-amore è un tutt’uno. E prendere le distanze da entrambi.
Certo, per far questo, è necessario “ultraumanizzarsi”, ossia lasciare andare la nostra vecchia struttura duale e passare allo stadio successivo dell’evoluzione.


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