Per l’odio succede
un po’ come per la rabbia. Che all’inizio sembra diretto verso l’esterno, verso
qualcosa o qualcuno. Ma, alla fine, si rivolge contro chi la prova,
devastandone lo spirito e il corpo.
Si suscita un
sentimento che rimane dentro e agisce contro chi lo ha prodotto. È come l’apprendista
stregone che diventa la vittima delle forze che ha attivato.
Le vittime dell’odio
sono gli odiatori.
C’è un unico
modo per disattivare questi sentimenti velenosi: guardare il mondo come un
grande spettacolo, potente, ma inconsistente, un teatro di pagliacci, dove
tutti si esibiscono per un po’ svanendo subito dopo. E chiedersi sempre: vale
la pena sporcare il nostro spirito con simili sentimenti?
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