martedì 30 gennaio 2018

La preghiera contemplativa

Diceva Enzo Bianchi, priore di Bose: “È il Padre Nostro che giudica l’autenticità di ogni nostra preghiera personale”,
No, molto meglio una preghiera senza Padri né Madri eterne. Molto meglio una preghiera personale, fatta con parole proprie, di una preghiera preconfezionata e standardizzata che ha perso nei secoli il suo significato.
È molto meglio una preghiera fatta in totale silenzio, senza parole e senza pensieri – una nuda aspirazione.
Ma questa non è più una preghiera. È contemplazione, è meditazione. E non è più rivolta ad un Dio della mente, ma all’Energia e alla Forza dell’Universo.
E non chiede più niente, non si aspetta risposte umane, perché è al di là dell’umano. Cerca di sintonizzarsi con l’Universale, con il Divino, senza pretendere di sapere che cosa sia in termini razionali.

È come se qualcuno su questo piccolo pianeta Terra lanciasse un messaggio nell’immenso spazio, sperando che qualcuno o qualcosa lo raccolga.

Nessun commento:

Posta un commento