“Chi sa non parla, chi parla non sa”
diceva l’antica saggezza di Lao-tzu. Ma perché tanta diffidenza verso le parole?
Forse perché non sono nostre. Sono prese in prestito da
qualcuno che le ha create prima di noi.
Questo significa che noi non possiamo
mai dire qualcosa di veramente personale. Ma ripetiamo come pappagalli idee, concetti, pensieri e luoghi comuni.
Anche i “nostri” sentimenti, espressi con quelle parole, non sono più nostri: sono della massa.
Dunque, è difficile esprimere qualcosa
di individuale e di originale. Siamo tutti dei replicanti.
Crediamo di essere unici, ma il
conformismo penetra anche tra i nostri pensieri e i nostri sentimenti più
intimi. Ci hanno svuotato di personalità.
Provate a dire qualcosa di originale.
Vi accorgerete che è già stato detto, che è una banalità qualsiasi.
Certo, si può vivere lo stesso. Ma come
anonimi. E, infatti, chi si ricorda dei miliardi di persone già vissute? Non ne
vale la pena.
Ogni tanto, nei secoli, qualcuno dice
qualcosa di nuovo. E allora ce lo ricordiamo.
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